A Biccari la politica del mattone ha preso tutt’altra strada. In questi anni, da noi, i mattoni (in senso buono eh!) sono i libri, volumi e studi scritti, presentati e patrocinati da Terra di Mezzo.
In particolare, quelli dedicati al dialetto assumono un significato particolare. Per tutti vale quello che scritto a proposito dell’Opera Omnia di Gennaro Lucera presentata nell’estate 2018:
Con la sua Opera Omnia “zio” Gennaro ci fa un grande regalo. Un regalo che abbraccia non solo i suoi oltre quarant’anni di produzione artistica e letteraria, ma anche e soprattutto un pezzo della storia di Biccari, della nostra storia. Perché Gennaro Lucera, con i suoi versi, con la sua instancabile attività culturale e con i suoi studi storici, è diventato un prezioso custode ed un attento osservatore delle tradizioni locali, del dialetto biccarese, degli usi e dei costumi della nostra civiltà contadina. Con la sua ironia sottile e garbata per decenni ha raccontato in maniera inconfondibile caratteri,
personaggi, aneddoti, luoghi e vicende che ormai sono parte integrante della storia piccola e Grande della nostra Comunità. Per questo l’Opera Omnia di Lucera in qualche maniera ci riguarda tutti. Perché, che ci piaccia o no, ci siamo “dentro” più di quanto si possa pensare. All’indubbio valore artistico e culturale dell’Opera, perciò, si aggiunge la sua portata emotiva, emozionale e valoriale. L’Autore ci offre, infatti, la possibilità di conservare in un unico volume sonetti e versi straordinari, certo, ma anche atmosfere, musicalità e suggestioni della nostra Biccari che altrimenti rischierebbero di essere dimenticate o confuse nei ricordi. Sono convinto che per ogni biccarese sarà sufficiente rileggere queste pagine, e chiudere gli occhi per un istante, per poter rinsaldare il legame viscerale con la propria
Terra ed i propri affetti. Un piccolo miracolo, tanto raro quanto necessario. Mi piace pensare, perciò, che l’iniziativa di Lucera abbia anche un profondo significato “politico” e, oserei dire, “religioso”. Ci aiuta a rafforzare il senso di appartenenza alla nostra Comunità, ad avere rispetto per la nostra storia e per i nostri luoghi, a ricordare l’importanza di proteggere i nostri tratti identitari e di continuare a sentirsi “popolo” anche in mezzo ai profondi cambiamenti del nostro tempo. Tutte cose che, contrariamente a quanto si possa pensare, non sono retaggio di un inutile passato, ma chiave di volta per non far spegnere lentamente i piccoli borghi e tenere accesa la loro scintilla vitale da cui far risplendere il futuro. Perché come diceva Gustav Mahler: “Tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”.
La possibilità di imparare il dialetto, o meglio la lingua locale, passa da questi lavori e culmina con la più grande fatica letteraria di Gennaro e Peppino Lucera: un’ampissima raccolta di vocaboli, coniugazioni e locuzioni del dialetto biccarese.
Raccogliendo e catalogando centinaia e centinaia di parole ed espressioni, gli autori hanno avuto il grande merito di recuperare e conservare quel grandissimo patrimonio identitario e culturale rappresentato dal nostro dialetto. Ma, a ben vedere, la loro non è solo una lunga e potente operazione di conservazione e custodia. C’è molto altro. A cominciare dalla passione viscerale per la propria Terra, dal bisogno di continuare un ormai consolidato percorso culturale che ha pochi eguali dalle nostre parti, fino alla confessata speranza di salvare dall’oblio il grande tesoro della nostra lingua scritta e parlata. Ecco perché la presenza di questo grosso e straordinario volume nelle librerie e biblioteche dei biccaresi assumerà un si1gnificato in più. Sarà testimonianza concreta dell’appartenenza a qualcosa di più antico e grande di tutti noi. Ad una Terra, ad un Popolo, ad una Storia. Perché, come diceva Giacomo Devoto, non avere un dialetto è come essere un mutilato. Ti manca qualcosa.
Per il resto, a me piace pensare che non sia un caso che questa straordinaria opera prenda vita adesso, nel nostro tempo e nel mezzo di una stagione culturale feconda e stimolante come poche altre nella storia di Biccari.
Così come penso che custodire, proteggere e valorizzare i dialetti sia parte di un più ampio e doveroso impegno volto alla difesa e salvaguardia dei Piccoli Comuni, delle aree interne e minori, della storia, delle tradizioni e dell’identità. Per sempre grati, dunque, a Gennaro Lucera e Giuseppe Osvaldo Lucera.