Non è strano, nel nostro territorio, passeggiare per le campagne ed imbattersi in antiche dimore abbandonate. Sempre più spesso capita di vedere le stesse ristrutturate. Le decorazioni più frequenti e più belle in queste abitazioni sono quelle in pietra naturale lavorata a mano. Nell’immaginario comune quello dello scalpellino è un lavoro prettamente maschile a causa della forza necessaria per scalfire la roccia, eppure in quel di Biccari ce n’è uno che di maschile non ha proprio nulla: Simona Basile. Nata nel 1983, Tecnico della Grafica Pubblicitaria, si laurea all’Accademia di Belle Arti di Foggia in Pittura con 110/110.
Proprio la pittura da inizio alla sua carriera professionale ma, il cambiamento di rotta arriva nel 2009, come sempre, per caso, quando un amico, maestro nella lavorazione della pietra, la convince a partecipare ad un corso organizzato presso l’università di Troia: cinque partecipanti, un’unica donna, l’unica a continuare in quest’arte tanto da farne una passione.
Una delle caratteristiche del lavoro di Simona Basile è che non è lei a dare la forma alla materia, ma continua ad osservare il materiale fino a quando non è esso stesso a suggerirle la forma che porta in se. Da un sasso può nascere un coniglio, un cavallo, un ariete, un piede o un fiore a seconda della sua forma e di quello che suscita nella nostra artista. Inoltre non sono solo sculture quelle che produce Simona, ma anche oggetti di uso comune come portaombrelli, fasce decorative per camini o porte, vasche, numeri civici, buche per la posta, targhe, insegne e molte alte cose… tutto quello che la fantasia può suggerire.
Nel dicembre 2011, Simona prosegue i suoi studi verso l’arte del francescanesimo e della bellezza ecclesiale, frequentando un corso di iconografia, presso Fr. Tommaso Rignanese, frate minore sacerdote, nel convento di Sant’Antonio di Biccari.
Le sue capacità arrivano ad accarezzare i diversi rami dell’arte: il disegno, la pittura, la scultura, la modellazione, il mosaico e la decorazione.
Diverse anche le partecipazioni ad eventi, come le numerose mostre d’arte ottenendo riconoscimenti e recensioni su giornali.
Ripensando ora alle dimore abbandonate di cui parlavo all’inizio, soprattutto dopo aver visto da vicino cosa è capace di realizzare Simona, non posso che immaginarle rimesse a nuovo ed arricchite dalle bellissime pietre lavorate, in una atmosfera di festosa allegria così come era decine di anni fa!