Se siete arrivati a questo punto della lettura vi meritate qualcosa di speciale ed estremamente prezioso: un buon bicchiere di vino di Biccari.
Ad offrirvelo sono i ragazzi di Vicari, Donato Capozzi, Antonio Sessa e Giuseppe Racioppa, che si sono messi in testa di sfidare il destino e di riscrivere la storia recuperando alcuni dei vecchi vitigni di Biccari.
Sono solo 5.000 le bottiglie di vino attualmente prodotte da 3 vitigni antichi di Biccari, vinificati in purezza: Nero di Troia, Rosato di Nero di Troia, Falanghina e Bombino. Dopo la raccolta a mano, l’uva pigio diraspata inizia la macerazione sulle bucce (per 4 giorni circa), per passare poi alla pressatura con torchio verticale, idraulico-manuale. La fermentazione alcolica avviene spontaneamente, a temperatura non controllata, in piccoli silos di acciaio di 2.500 litri grazie ai lieviti presenti nelle bucce. Solo dopo la conclusione della fermentazione lattica si interviene con un minimo di solfiti per bloccare i batteri lattici. Il vino matura fino a maggio in acciaio, ad eccezione del Nero di Troia che termina l’affinamento in botti di quercio per 2 mesi. Il vino viene imbottigliato senza subire microfiltrazioni e chiarifiche.