Certe volte è meglio far parlare chi ci è stato, chi quell’esperienza l’ha fatta, chi certe sensazioni le ha vissute in prima persona. Ed allora vi lascio alla bellissima testimonianza di Marianna De Padova: “Non lontano da Lucera, tra campi coltivati e vigneti, ci si ritrova nella contrada Tertiveri, piccolissimo borgo, frazione del paese di Biccari. Una fila di abitazioni restaurate su una strada, un’altra fila all’incrocio, un ex palazzo vescovile e la piccolissima chiesa di S. Maria delle Grazie, una Madonna che fino a non molto tempo fa era stata sfrattata da un fabbro… Ma la vera sorpresa arriva nella corte che si apre alle spalle del palazzo: edifici dal sapore medievale con balle di fieno che riportano a tempi lontani, fondamenta della nostra storia, radici di un passato troppo spesso dimenticato; e scoprire che la camera assegnatami era proprio inserita in questa piccola corte… e poi mettermi a gironzolare, al seguito di un cucciolo felino e imbattermi in un piccolo, ma ricchissimo, museo di civiltà contadina… Arrivata in questo piccolo borgo al seguito di una manifestazione di masserie, sulle prime non avevo capito: dov’era la masseria? non c’era, o meglio, non c’era secondo i canoni dell’immaginario fotografico che conosciamo. La Masseria Irene, invece, è qualcosa che non può essere catalogata in nessun modo: è contemporaneamente recupero del territorio, sia urbano per la sistemazione degli edifici riconvertiti al ricettivo, sia agricolo, con l’azienda zootecnica, aperta alle visite didattiche… ma è soprattutto un recupero culturale che poche volte s’incontra e che riporta -quasi- al tempo in cui passarono i mori….Sarà la suggestione della torre federiciana, le cui vestigia dominano e vigilano sull’operato, ma lì, in quel fazzoletto di terra, dove le due strade s’incrociano, in una sera di festa d’inizio estate, diventano strane le sensazioni quando ti capita d’incontrare un vescovo che conosce tutti e se non li conosce, come me, riesce comunque a trovare un punto di contatto, un qualcosa che te lo fa sentire vicino, ma che, soprattutto, all’inizio della manifestazione, ricorda lo scampato pericolo della carestia e ringrazia a nome di tutti per il raccolto che si preannuncia abbondante… Così, anche se questa terra di Puglia non è la mia Puglia di ulivi immensi e terra rossa, ho guardato il panorama e mi sono sentita a casa”.
Masseria Irene naturalmente è anche depositaria della migliore cucina pugliese, semplice nella lavorazione, esaltante nel gusto e nella soddisfazione del palato, oltre che scuola rurale per imparare tutto quello che c’è da sapere sulla civiltà contadina.
(a cura di staff)